Newsletter Pilota, Pour parler
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Presentarsi è un mestiere davvero difficile, penso mentre cancello per l’ennesima volta le battute appena scritte – ho perso il conto. A me servono sempre molte parole per creare un po’ di pathos, per tradurre i pensieri in idee concrete: perché una newsletter? ti starai chiedendo, e se tu fossi davanti a me ora ti risponderei che era la soluzione più ovvia per chi come me ha sempre troppe parole incastrate tra le dita. Mi piacciono i giochi di parole. Mi piace anche Marilyn Manson, ma questa è un’altra storia.
Crescendo impari che la cultura è ovunque, e che se hai la fortuna di essere almeno un po’ curioso ti accorgi che non serve andarsela a cercare: molto spesso ci sbatti proprio contro. La parte difficile è stabilirci un dialogo e, soprattutto, costruirci attorno un pensiero. Per fortuna sono molto curiosa e mi piace scrivere.
La newsletter nasce senza alcun intento istruttivo, solo divertissement culturale, curiosità del mondo, stimolazione di un pensiero qualsiasi purché personale. Pour parler. Sono solo quattro chiacchiere al bar fatte con l’amica di sempre o con la collega appena conosciuta, che non si sa mai. Pour parler. Io scrivo, tu pensi. Poi mi dici.
Questa newsletter mi piace definirla un "azzardo morbido": se va male, non me ne vogliano i miei venticinque lettori (cit.), se va bene, bene. Sogno che questa newsletter diventi condivisa e partecipata quanto basta per essere utile, quindi non abbiate remore nel darmi la vostra opinione, le chiacchiere si fanno sempre almeno in due - io cercherò di non essere permalosa.
Credo che la cultura non abbia suddivisioni classiste basate su valori di serie A e tutto il resto, che non sia strutturata in cosa è culturalmente accettato e cosa non lo è. Giudicare fa rima con un sacco di cose sbagliate. Per questo, voglio poter parlare dello Sturm und Drang con la stessa serietà di quando parlo dello Scatolone Fabbricone di Tonio Cartonio.
Parleremo della moda che ah che storia, di musica che nessuno conosce o che in tanti si sono dimenticati, di cibo che si vede che è buono, di luoghi che proprio quella volta, e prometto che cercherò di pubblicare ogni mese il mio best of dei trenta giorni trascorsi, una summa di mirabilia, degli annales - per condividere i punti di vista. “Pour parler” è una miscellanea.
A questo punto credo sia giusto anticiparvi che mi piace un sacco il latino e che trovo sempre il modo di infilarlo in ogni cosa che scrivo, che gli studi in Semiotica mi hanno aggiunto un filtro inedito con cui guardare alle cose, che faccio dietrologia su tutto – ma davvero su tutto – e che uso molto gli avverbi e le parole arcaiche (anche nel parlato). Excusatio non petita.
L’appuntamento è ogni domenica alle 11:30, per accompagnare le sorsate di caffè caldo e fare il punto della situazione. Ti immagino disteso su una chaise longue ancora in vestaglia che stringi il telefono in una mano e la tazzina di porcellana nell’altra, e fai difficoltà a scorrere col dito sullo schermo. Ah, la domenica mattina!
Sono finiti i convenevoli, spero che il caffè non si sia raffreddato e che tu abbia iniziato la domenica con il piede giusto.
Noi ci sentiamo la prossima settimana, stesso posto stessa ora!
@sofiettes
Come ogni lettera che si rispetti, anche questa ha bisogno di un suo Post Scriptum: se sei arrivato fin qui meriti una ricompensa per la tua apnea.
La canzone della domenica - chissà che non ne nasca una playlist: Lola Le Lann - Soleil.
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