Questioni di Stile, Pour parler w/ caterinaferrari
Sono tornate le mezze stagioni e si sono portate dietro borsette a forma di (quel pezzo di muscolo che è il) cuore e tanti glitter: sotto i riflettori la nuova capsule Gold di Dior e lo show Aria di Gucci. Volevamo una seconda chance, ed eccola qui: il brutto tempo si è voltato indietro ed è tornato in nostro soccorso. Siamo in quella fase in cui dall’essere troppo presto per togliere i maglioni di lana diventa subito troppo tardi per vendere i vestiti che non metti più. Bisogna correre ai ripari: la wishlist in una mano, le grucce dell’Ikea nell’altra. Sono le fatiche ciclopiche dei nostri anni. Eh.
Smetto di parlare del tempo e torno a sentirmi interessante vestendo i panni di un Oracolo di Delfi senza troppa saggezza e molte più velleità. Anzi, facciamo così: mi fingerò Dante traghettato da Caronte per chi si barcamena tra le due sponde - l’Inferno dell’armadio e il Purgatorio dello stile, il proprio - e con me un Virgilio sui generis, collezionista di giacche vintage e adoratrice di foulard, portatrice con gusto di Levi’s 501 e mini mini bag: @caterinaferrari_, fashion content creator.
Come due sciure al mercato di paese, abbiamo fatto il punto sullo stile personale; piede puntato a terra, fiori freschi nel cestino della bici e rossetto rosso. Le solite cose. Ci siamo scambiate consigli irriverenti sul concetto di icona e suggerite nuovi brand da tenere d'occhio. Di seguito, solo il meglio. Buona lettura!
“Perchè la moda? Perchè mi piace, certo, ma soprattutto perchè mi fa stare bene. Così ho trovato la mia autostima, il mio linguaggio per esprimere chi sono davvero”.
Mai come negli ultimi mesi abbiamo dovuto ripensare il concetto di sé, ragionando sulla consapevolezza e sulla riconoscibilità della propria attitude chiedendoci cosa ci renda davvero noi stessi. Trovare il proprio stile significa essere abbastanza autocoscienti da sapersi conoscere e riconoscere nel mondo esterno, attraverso non solo ciò che si indossa: lo stile personale è molto di più. Tutti hanno un proprio modo di vestire, tanti ne sono consapevoli, pochi riescono a renderlo una firma.
Come in tutte le discipline artistiche, infatti, trovare il proprio stile necessita di un fondamento teorico che si basa sulla ricerca quotidiana e sullo studio: prima di tutto bisogna allenare il proprio gusto. Le parole del mio Virgilio: “Lo stile è un processo che si fa con se stessi, un crescendo continuo, fino a strutturare il proprio linguaggio comunicativo tramite la moda”. Non esiste il brutto, e se esistesse anche questo sarebbe bello per qualcuno nel mondo: è questione di soggettività senza terze parti sentenziose, è questione di prospettiva. Avere stile non significa vestirsi secondo ciò che la società impone come moda accettata, ma “trovare ciò che ci fa sentire confident e totalmente noi stessi”. Molto spesso chi-ha-un-proprio-stile non segue i trend del momento, o meglio sceglie nel mucchio quali adottare, quali rivisitare e quali escludere perchè troppo lontani da sé.
Dove trovare ispirazione? Ovunque, ma per davvero. La scenografia della Melevisione ha la stessa capacità ispirazionale della Critica Della Ragion Pura di Kant, pour parler. Libri e magazine, film, i passanti in strada, le sfilate, nulla è escluso nella definizione di una propria moodboard. A questo proposito, per un pò di ispirazione pret-a-porter Caterina fa il lavoro sporco per noi, circoscrivendo secondo il suo senso estetico una propria bacheca su @caterinasdiary, un esercizio di stile. Ma vi basterà continuare a seguire questa newsletter per la vostra dose di ispirazione settimanale. Guardare per credere.
Il vintage: il suo vaso di Pandora. “Così ho scoperto le giacche oversize che oggi colleziono, la maggior parte di quelle che ho le ho trovate nell’armadio di mio nonno. Almeno una volta a settimana faccio ricerca nei negozi vintage. I miei preferiti sono Spigolandia (Brescia) e Bivio (Milano)”. Da qui, la sua fashion uniform (tema su cui ho già scritto una ): blazer oversize, maglione, jeans Levi’s 501, New Balance, foulard colorati e orecchini. Altamente probabile incontrarla nei mercati di tutta la Lombardia. Ca va sans dire.
The devil is in the details.
“Non credo si possa parlare di icona di stile in generale, ma che si debba estrapolare da ogni figura una caratteristica che unita a personalità e gusto possa funzionare. Un esempio? Audrey Hepburn non è un’icona di stile, ma un’icona indiscussa di eleganza”. Oggi come ieri è iconico chi rimane nella storia per un dettaglio... tanto piccolo quanto un neo.
“Non credo di aver mai avuto un’icona di stile, in realtà: è una questione troppo personale, sarebbe strano che tu possa identificarti totalmente con qualcun altro al punto di emularlo. Puoi dire chi rispecchia i tuoi gusti e chi ti ispira, ma poi il lavoro devi farlo tu. Imitando da qualcuno che già è qualcuno si rischia di non azzardare, di non sperimentare. Dobbiamo ricordarci che la moda è prima di tutto divertimento!”.
L’iconicità sta nel bilanciamento, nella riconoscibilità, nella coerenza intrinseca e scanzonata, è superare le barriere del tempo. Io e Caterina abbiamo pensato ad una prova del nove per capire se si ha o meno un proprio stile ben definito: ti hanno mai detto “questa cosa è proprio da te”? Facci sapere - non pretendiamo i diritti (nè garantiamo l’affidabilità della prova).
“Credo che oggi avere stile sia più difficile proprio per l'esigenza di essere camaleontici che nasce dai social. C’è una visibile frenesia di volersi adeguare a degli standard, anche in fatto di moda: una vera e propria caccia all’ultimo trend, che viene inevitabilmente (cioè per lavoro, ndr) portata avanti da molte influencer che vengono emulate, e allora continuano… Un circolo vizioso”.
Oggi il senso dello stile viene spesso confuso con l’assoggettamento al trend momentaneo e associato alla possibilità di acquistare i pezzi cult della stagione: è l’era delle hit bag e della moda mordi-e-fuggi, pane per il fast fashion che diventa così fast da durare meno di una puntata di Friends.
Proprio questa è la difficoltà dei piccoli brand, che spesso devono tenere un prezzo molto alto rispetto al fast fashion, ma in cambio offrono una qualità altissima. In generale, vale la pena scoprirli e seguirli per capire la loro strada e dove andranno: da loro si percepisce ancora la moda autentica, fatta di passione e di realtà, ricerca e studio, esigenza di espressione. I brand inizialmente si identificano in poche cose, ma che sono riconoscibili, e dunque diventa efficace e funzionale per l’obiettivo.
Le icone di stile di oggi sono per lo più dive, ancora più spesso modelle come Kendall Jenner, Hayley Baldwin e Bella Hadid, personalità che hanno alle loro spalle (letteralmente) un personal stylist che le adorna come soprammobili, vetrine da esposizione. Less is more... not anymore! Dice Caterina: “Eppure si può essere una persona qualunque e avere uno stile pazzesco, e viceversa. La popolarità e il buon gusto non sono collegati, anzi spesso è proprio il contrario. Prima la moda era una visione delle cose, ed ogni maison portava dietro un punto di vista personale, costruito negli anni. Se dovessi salvare qualcuno oggi: le gemelle Olsen, le sorelle Haim, Alexa Chung, Blanca Miro e ovviamente Miuccia Prada. Amy Smilovic per le teorie sul colore e gli style tips”.
Avere stile oggi significa aver trovato il proprio modo di comunicare se stessi, attraverso la ricerca e lo studio di tutto ciò che non è direttamente moda. La moda non è il vestito, il vestito è un mezzo: la moda è tutto ciò che quel vestito veicola. La moda è il messaggio, impalpabile eppure immediatamente visibile - per tutti i nuovi arrivati, suggerisco la lettura del sociologo R. Barthes, Il Senso Della Moda.
O la lista della spesa.
Se si parla di abbigliamento, ecco alcuni brand da tenere d'occhio: @desphemmes (si pronuncia de-fam, ndr) per una vita tra paillettes, applicazioni e colore. Riconoscibile tra mille, lo knitwear di @MTOF, one of a kind. Antiquity made fashion by @vernisse_official, tripudio di bottoni e colletti. @cabinetmilano è la reference per suit genderless. @alessandrovigilante per crop in latex vedo-non-vedo - NB: firma l'outfit di Sara Mattei nel nuovo music video di "Scusa".
Per chi è alla ricerca di un turning point a tema accessori e scarpe: con gli anelli di @jupiter non passerete sicuramente inosservati. Le scarpe di @iltraffico sono ideali per sentirsi sul set di un film neorealista. Speechless pieces i bijoux di @pepa.flaca, pezzi unici handmade in porcellana. @musetta.shop per deliziose mini mini bag con uno spirito 100% made in Italy e senza tempo - Psss! Con il codice POURPARLER15 avrete una promo del 15% su tutto lo shop, valido fino a domenica 25/04. I foulard in seta di @edoardogallorini per sentirsi parte di una borghesia d'altri tempi. Le handbags di @ariadna per un palliativo all'astinenza dalla pista da ballo - Anche qui potete approfittare di una promo esclusiva con il codice POURPARLER15, valido fino a domenica 25/04. L'iconica Bolla bag di @nido_official per risolvere la voglia d'estate ed iniziare a spalmare la crema solare. La Isidora di @euterpestudio_ per scoprire un nuovo concetto di masterpiece e chiedersi se può una designer bag costare meno di una "designer" bag.
A questo punto io e Caterina siamo curiose di sapere cosa avete messo nel panier e, soprattutto, di conoscere la vostra opinione sullo stile personale.
Per oggi ci fermiamo qui, ma possiamo continuare a parlarne su Instagram - con Caterina non si può non parlare di guide, quindi stay tuned per una prossima uscita sul mio profilo!
@sofiettes e @caterinaferrari_
La canzone della domenica oggi la sceglie caterinaferrari_: Ornella Vanoni - Ti Voglio.
Qui la solita playlist Pour parler, perfetta per il cambio armadio.